Students on Board: l’esperienza di Mattia in Eurocomach

La seconda testimonianza della nostra rubrica Students on Board è quella di Mattia, Software Engineer in Sampierana. Intervistarlo ci ha trasmesso una carica di energia e positività, che lo accompagnano ogni giorno nel suo lavoro dal momento che, dopo il tirocinio, è stato assunto in modo diretto.

Ciao Mattia, dicci un po’ di te. Ci racconti il tuo percorso?

A ottobre è un anno che sono qui. Sono stato assunto come Software Engineer, dopo un percorso di studi in Ingegneria Elettronica e Telecomunicazioni.

Quali sono stati i tuoi obiettivi professionali iniziali e come è stato il passaggio dal tirocinio all’assunzione?

Prima di conoscere Sampierana-Eurocomach ero interessato al settore automotive e alle macchine agricole. L’opportunità è arrivata tramite un seminario organizzato dall’azienda in università. Il tirocinio è un momento per conoscere l’azienda e il carico di lavoro non è eccessivo come in un lavoro normale, permettendoti di fare più domande. Dopo l’assunzione, l’obiettivo principale è stato portare il know-how software, elettrico ed elettronico all’interno di Sampierana, rendendola più autonoma rispetto ai fornitori.

Mattia_Students on Board_Eurocomach

Di cosa ti occupi esattamente come Software Engineer?

La parte software, elettrica ed elettronica, prima non era gestita internamente, ma tramite fornitori. L’idea è di gestirla come fa il gruppo CNH, che ha i propri sistemi e processi. Al momento, stiamo seguendo la parte di service e supporto alla validazione dei prodotti esistenti, ma in futuro l’obiettivo è iniziare a sviluppare software per nuovi progetti. Questo riguarda tutti gli escavatori, non solo quelli elettrici.

Cosa hai imparato inaspettatamente in questo percorso lavorativo?

Ho imparato l’architettura delle macchine e come vengono gestiti i processi di approvvigionamento e scelta dei componenti. Questo è stato per me l’aspetto più interessante. Ho anche avuto l’opportunità di vedere come un prodotto viene convalidato, attraverso le procedure e i test. A livello di studi universitari, non mi sarei mai aspettato di finire nel campo degli escavatori, ma se due anni fa me l’avessero chiesto probabilmente avrei risposto che mi sarebbe piaciuto. Ho scoperto che lo studio mi ha dato le basi per capire gli ambiti in cui si sviluppa l’elettronica.

Com’è stato il supporto dell’azienda durante il tuo tirocinio?

Durante il tirocinio, mi sono reso conto che non c’era una figura di riferimento specifica nel mio ambito. Tuttavia, ho avuto il supporto di un ragazzo dell’ufficio tecnico e del project manager. Quando è arrivato il mio attuale responsabile, Nicolò Rossi è cambiato l’approccio e anche se a volte mancano le risorse si lavora per recuperarle.

Mattia_Students on Board_Eurocomach_escavatore

Qual è la cosa più interessante o più bella che hai imparato fino ad ora che magari non ti aspettavi?

La cosa più interessante è probabilmente quella di come viene validato un prodotto. Tutte le procedure che vengono fatte e attuate per verificare se un prodotto già progettato e costruito, ma non ancora messo in produzione dall’azienda è abbastanza di qualità o segue le specifiche costruttive attraverso i vari test che vengono fatti ai prodotti, questo aspetto è molto interessante per me.

Students on Board: il percorso di Marianna nella Supply Chain.

Abbiamo portato a bordo di Eurocomach diversi studenti tirocinanti in questi anni e, osservandoli all’opera, ci siamo chiesti cosa avrebbero raccontato degli escavatori, del modo di vivere l’azienda i nostri neofiti e, soprattutto, se durante gli studi avessero mai immaginato di ritrovarsi un giorno a lavorare in un’azienda del settore movimento terra . Students on Board è la rubrica in cui diamo spazio alle voci di quattro di loro, a cominciare da Marianna, studentessa universitaria di Economia e Commercio e tirocinante nell’ambito della Supply Chain.


Ciao Marianna, dicci un po’ di te. A che punto sei con gli studi e come sei arrivata in Eurocomach?

Non mi sono ancora laureata, mi mancano due esami. Sono arrivata in Eurocomach per uno stage extracurriculare nel reparto Supply Chain, una cosa che non mi aspettavo.

Come sta andando questo primo mese di tirocinio?

Sta andando veramente molto bene, in modo inaspettato. Questo tirocinio, ci tengo a specificarlo, non è legato all’Università. Io attualmente sono iscritta ad Economia, mentre il mio tirocinio si concentra sull’attività della Supply Chain. Questo lavoro è l’opposto di quello che facevo prima: in quel contesto ero da sola in un ufficio, mi occupavo di fatture, contabilità. Prima avevo paura di non essere all’altezza e di non riuscire a imparare un lavoro diverso dal precedente invece qui ho scoperto che il contatto con le persone e la collaborazione mi appagano molto di più. L’interazione mi aiuta a sentirmi parte di un team e a superare le mie incertezze iniziali.

Students on Board People & Life

Ci puoi spiegare che cosa fai, qual è il tuo ruolo?

Faccio parte della Supply Chain, che sarebbe la “catena di approvvigionamento“. Il mio compito principale è la richiesta ordini, in base a quello che la linea di produzione può produrre. Poi collaboro molto con il reparto commerciale, per eventuali modifiche da fare.

Il tirocinio come ci hai detto tu stessa non è direttamente collegato al tuo corso di studi in Economia e Commercio. Hai trovato delle nozioni utili?

È vero, il tirocinio non è obbligatorio, ma è stato accettato proprio con l’ottica di sperare in un’assunzione. In Economia si studiano materie come la logistica, l’inventario di magazzino, la valutazione delle rimanenze. Quindi sì, qualche nozione l’ho trovata utile.

Students on Board People & Life

C’è stato un momento di difficoltà all’inizio quando hai cominciato questo percorso?

Sì all’inizio sì. Sicuramente c’era la paura di inserirsi in un ambiente di nuovo e di non farcela a conciliare lavoro e studio. Quando hai lavorato tutto il giorno su qualcosa e, tornata a casa, concentri la testa sui libri che parlano di una materia completamente diversa non è facile. Invece, piano piano, ci sto riuscendo.

Come donna ti sei mai sentita in qualche modo fuori posto in un’azienda metalmeccanica?

Dove lavoravamo prima, una realtà molto piccola, ero l’unica donna. Una delle mie mansioni qui è relativa alla modifica delle schede tecniche e questo mi porta a interfacciarmi spesso con la produzione e andare fisicamente davanti alla macchina in questione a modificare la scheda. Ricordo bene il primo giorno in cui sono entrata in produzione e sono rimasta sorpresa: erano tutte donne! Questa cosa mi ha colpito tantissimo e mi ha regalato ancora più fiducia e voglia di fare.

Nicolò Rossi: l’Engineer Software di Sampierana

I capelli rossicci di Nicolò lasciano trasparire aria di novità negli uffici di San Piero con la formazione di un nuovo team guidato proprio da lui in qualità di Software Engineer.

Prima delle scorse settimane non ti avevo ancora incrociato nei corridoi di San Piero. Quando sei entrato in azienda?

Sono arrivato a Maggio, quindi non da moltissimo tempo.

Sei arrivato da poco quindi e con un ruolo completamente nuovo per l’azienda: è la prima volta che viene assunta la figura di un Software Engineer. Ci racconti cosa richiede nello specifico il tuo ruolo?

Il mio ruolo è trasversale nella realizzazione dei progetti delle macchine, seguo la parte elettronica (centraline, display, manipolatori, joystick) e la parte elettrica (connettere input-output, interruttori bobine che muovono l’olio). Sono la figura che coordina l’architettura per far muovere la macchina e anche la parte di visualizzazione; una nuova figura che supporta ogni progetto, sia per le macchine termiche che per quelle elettriche. 

Possiamo dire che si tratta di un work in progress se pensiamo che nei primi modelli Eurocomach non c’è una reale componente elettronica. 

Esatto. Piano piano questa componente sta diventando più presente, perché la parte elettronica può introdurre una logica per migliorare il prodotto; grazie all’ausilio di una centralina intelligente posso modificare il comportamento di un sistema.  Se schiaccio un interruttore che è collegato direttamente ad una luce, lei si accende, ma se io metto tra l’interruttore e la lampada una centralina, posso decidere se accenderla o mantenerla spenta. L’obiettivo è leggere un input in ingresso per decidere cosa fargli fare all’uscita. 

In questi termini ti sei occupato anche della nuova gamma 8-10 TON?

No, non ho seguito questa parte per ora, ma piano piano entrerò nel merito. 

Qual è stato il primo progetto su cui hai lavorato?

Stabilizzare tutti i pacchetti software presenti per qualsiasi modello Eurocomach. Il primo vero progetto che ho seguito è stato il PR230 la gamma dei 3TON. 

Ora stiamo lavorando sul modello elettrico dell’MTL e prossimamente ragioneremo anche sulla versione termica. 

Quante persone collaborano con te?

Al momento solo Mattia, a breve, però, seguirò anche un progetto di ricerca con l’Università degli Studi di Bologna e nello specifico con la sede di Cesena insieme a una ragazza pakistana. Il progetto è legato agli escavatori elettrici e all’MTL elettrico per la gestione del power management.

Ci aggiorneremo a Settembre allora per questa parte. Raccontaci un po’ del tuo background, sei della zona, vieni da fuori?

Sono originario del Lago Maggiore e ho iniziato nel ramo elettronico quindici anni fa, nel 2010, come System Integrator. Sono stato a Modena, nella Motor Valley, per lavorare allo sviluppo software per un’azienda impegnata nella realizzazione di telehandler nel settore construction. Lì sono poi diventato responsabile per la parte Software e anche degli impianti elettrici. 

Oggi mi sono trasferito a Santarcangelo di Romagna per supportare Sampierana. Al momento ci appoggiamo a dei fornitori esterni, ma la speranza, in futuro, è di poter essere autonomi e avere gli strumenti necessari per autogestirci. 

Rispetto a questi obiettivi quando sei arrivato due mesi fa cosa hai trovato?

Ho trovato una gestione dei progetti ottima, ma c’era da migliorare qualcosa per la tracciabilità dei software e delle specifiche per ogni progetto.

Non avendo una figura di riferimento per la parte elettronica era necessario avere qualcuno che creasse dei template e delle procedure per rilasciare i software.

Per il momento siamo distribuiti un 20% su Cesena e 80% su San Piero. La parte di Cesena è fondamentale per la parte escavatori e macchine elettriche, ma qui a San Piero abbiamo la possibilità di testare con mano i prototipi e questo ci impegna a una presenza importante su questo sito.

Il team è destinato a crescere, allineandosi alle continue necessità che nascono. 

Come ti è sembrato che gli altri reparti abbiano accolto l’ingresso di nuove figure in azienda?

L’impressione è stata positiva. Anche gli altri enti hanno visto con piacere questo ingresso, e con il supporto di CNH avremo la possibilità di migliorare quanto di buono era stato già fatto. 

Se volessimo provare a quantificare il tempo davanti alla macchina e quello davanti al pc?

40% al pc e 60% sulla macchina, questo perché al momento abbiamo necessità di conoscerla, dobbiamo comprendere il tuning eseguito. 

Essere sulla macchina è molto più performante e formativo. 

Il progetto con l’Università è partito a luglio, presentando il team di supporto e il progetto delle varie fasi. 

È già attivo un interscambio da remoto. Aspettiamo ora il suo arrivo a Cesena a Settembre. 

Che cosa pensi possa accadere nei prossimi mesi guardando anche al futuro per l’azienda?

Sicuramente mi aspetto che ci sarà una crescita del team, così avremo di certo modo di migliorare il supporto ai vari enti ed iniziare a sviluppare software internamente.  

Il valore aggiunto delle donne: la testimonianza di Patrizia

I volti femminili in Sampierana sono tanti e questo, di per sé, è motivo d’orgoglio per noi. Ce n’è uno però che si distingue fra tutte, forse per il ruolo commerciale o forse perché, quando Patrizia parla di escavatori, riesce a spiegarli con una semplicità e un entusiasmo disarmanti. Abbiamo impiegato due anni a convincerla, ma alla fine siamo riusciti a intervistarla e a scoprire quando è cominciato tutto.

Come è iniziata l’avventura lavorativa in Sampierana?

Era più o meno questo il periodo, Aprile maggio e correva l’anno 1995. Avevo finito il Liceo e stavo lavorando in un’azienda a Cesena, ma non mi sentivo soddisfatta. In quel momento sono venuta a sapere che cercavano una figura per la reception qui in Sampierana.

Conoscevo l’azienda perché sono cresciuta in questi luoghi. Quando mi sono presentata mi hanno chiesto se conoscessi un po’ le lingue, inglese e francese principalmente. Sampierana all’epoca era un’azienda di trenta persone ed io, fresca di Liceo, ho detto sì all’istante.

Dopo pochi mesi, mi è stata data l’opportunità di fare altro, e cioè di entrare a contatto con i clienti.

Ed è iniziata così l’avventura commerciale in Sampierana.

Inizialmente mi occupavo della gestione ordini mercato Italia con qualche timido approccio al mercato export legato principalmente ai contatti fiere nei paesi limitrofi (Francia, Spagna) sempre in ambito commerciale.

Inizialmente non credevo sarei rimasta, pensavo che avrei fatto l’Università, che si trattava di un’esperienza temporanea e invece il contatto con il cliente mi ha entusiasmata sin da subito ed eccomi ancora qua.

Quando hai cominciato a viaggiare nel ruolo di commerciale Eurocomach estero?

La svolta è arrivata dopo tanti anni di backoffice e principalmente con la crisi del 2009. Quell’anno il mercato Italia è entrato in crisi, abbiamo cercato di spostare il raggio d’azione oltre la Penisola e abbiamo cercato opportunità di lavoro ovunque. Siamo andati anche in Australia e Nuova Zelanda. Era indispensabile allargare il raggio d’azione per continuare a lavorare e crescere come avevamo fatto fino a quel momento.

Quando hai iniziato eri una delle poche figure femminili in azienda?

Sì all’epoca eravamo in poche. Per i ruoli commerciali si cercavano per lo più figure maschili. D’altronde il movimento terra è fatto principalmente da uomini.Questo, però, non significa che non ci sia margine per le donne che vogliono affermarsi. I potenziali clienti all’inizio magari erano un pochino diffidenti.

Se sei donna tendono a metterti continuamente alla prova e quindi la fiducia te la devi guadagnare. La fiducia conquistata poi la devi mantenere nel tempo e per questo la precisione e la reattività, caratteristiche forse più femminili, che mi riconoscono ed apprezzano i clienti sono assolutamente indispensabili.

In tutto questo qual è, secondo te, il più grande traguardo raggiunto?

Quando ti chiedono un parere perché, allora, vuol dire che sei diventata un punto di riferimento.

Domanda di rito: come hai imparato a conoscere i miniescavatori?

La conoscenza dei miniescavatori l’abbiamo costruita sul campo. Ho avuto la fortuna di poter imparare le cose un po’ per volta e anche di vedere la produzione, di confrontarmi con i clienti alle fiere. Poco per volta mi sono costruita la mia conoscenza sul prodotto che, c’è da dire, mi ha appassionata, il che non è un fattore secondario. Ai tempi scendevo al campo prove vicino l’azienda, accendevo la macchina e mi divertivo ad azionare i vari comandi.

Credo sia stato questo ad aiutarmi: la curiosità di capire il perché delle cose ed il confronto quotidiano e diretto con il cliente.

Pensi che oggi avendo più informazioni a disposizione chi si approccia alle macchine sia commerciali che tecnici siano meno propensi a testarle con mano?

Sì, oggi c’è proprio un modo diverso di vedere le cose. Rimango della mia idea: toccare le cose con mano te le fa capire meglio. Mi piacerebbe vedere i ragazzi andare oltre lo stare davanti allo schermo, magari vederli mentre provano a testare con mano quelle famose AUX di cui si sente sempre parlare.

Ti ricordi quando Sampierana ha iniziato a produrre mini-escavatori?

Eurocomach quando è nata non faceva escavatori faceva terne articolate, un prodotto che nel corso del tempo è andato sempre meno. Per gli escavatori e gli skid inizialmente acquistavamo da costruttori giapponesi o coreani.

Queste macchine, però, non incontravano le caratteristiche del mercato italiano ed europeo. Ragionando su come fare, durante una riunione, venne fuori quest’idea: perché non ce li facciamo da soli i mini-escavatori? Provammo a pensare ad un primo modello da 50 quintali. Il primo modello di miniescavatore Eurocomach interamente progettato e prodotto in Sampierana fu il modello ES500ZT; il responsabile progetto era l’Ing Giuseppe Fabbri e la macchina fu presentata ad una importante fiera del settore che era il SAIE di Bologna nell’ottobre 2004.

SAIE Bologna Eurocomach

E questo è stato il primo che hai venduto?

Sì, il primo venduto fatto interamente da noi ed era una macchina bellissima, ben fatta, performante e che ci ha dato molte soddisfazioni.

Quella prima unità doveva farci capire se stavamo percorrendo la strada giusta. L’impatto fu molto positivo e da lì abbiamo compreso che potevamo lanciarci sempre con l’idea di rimanere sulla compact line e che dovevamo investire più sui mini che non sulle terne.

Oggi tra i prodotti Eurocomach secondo te quali sono i più forti?

Il mercato è in un momento particolare, ma secondo me la gamma dei mini piccoli da 1 a 2 ton ha più potenziale e risponde meglio alle esigenze del mercato e poi continuo ad avere grande fiducia nei bracci triplici, nei TR; se riesci a far capire al cliente la validità del prodotto non c’è partita.

Anche per gli 8-10 TON con l’elettronica nuova, la risposta è stata positiva.

Quanti anni sono che lavori in Sampierana?

Sono 30 anni che lavoro in Sampierana.

Se dovessi aspettarti qualcosa di nuovo nel tuo futuro in Sampierana cosa ti aspetteresti?

Secondo me Sampierana come azienda ha potenziale e caratteristiche importanti per continuare a produrre per molti anni. Grazie a CNH sono state potenziate le linee e tutto si è organizzato talmente al meglio che vedo una grossa capacità produttiva; è chiaro che le macchine però vanno vendute e qui c’è molto da fare, la concorrenza è spietata.

Patrizia Sampierana Peter Garrit

Prima di andare in pensione saresti contenta di vedere un’altra Patrizia in Sampierana?

Sarei felicissima se qualcuna delle ragazze si lanciasse dal punto di vista commerciale. Capisco anche che non sia semplice, perché la figura commerciale classica prevede che tu stia fuori, faccia trasferte e può risultare difficile da coniugare con l’ambito familiare. Alle volte, però, basta fare un primo tentativo, quasi casuale come è stato per me, e tutto può succedere!

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La Catena della Conoscenza: il nuovo progetto al femminile di Sampierana

La Catena della Conoscenza è il nuovo progetto nato in Sampierana che pone al centro le donne e la loro capacità di riuscire a trasmettere il saper fare. In realtà, la storia di questo progetto nasce da un’idea più ampia che si è poi evoluta, in parte, in una forma differente.

Tutto è cominciato durante il mese di Aprile 2025, quando abbiamo dato avvio a una breve Academy strutturata per permettere alle nuove leve Sampierana un percorso di formazione introduttivo prima di arrivare direttamente sul posto di lavoro.

L’Academy è stata così strutturata:

  • Pianificazione di mezza giornata di assesment per la valutazione di tredici candidati sottoposti a prove di gruppo, prove pratiche e colloqui individuali;
  • Selezione di otto candidati scelti per svolgere un corso formativo pre assuntivo di 3 giorni;

Il corso formativo ha avuto tre focus specifici:

  • Formazione tecnica specifica condotta da Mariani Nicolas nostro Technical Trainer;
  • Formazione sicurezza;
  • Welcome on board e affiancamento passivo on the job, in cui ad ogni lavoratore è stato attribuito un buddi/tutor.

Training Women

Gli otto candidati scelti comprendevano cinque uomini e tre donne e, proprio quest’ultime, sono state le prime protagoniste del progetto.

Il titolo “Catena della Conoscenza” vuole rappresentare la trasmissione delle conoscenze e delle esperienze tra le donne che lavorano nell’azienda.

L’idea è quella di creare una catena di persone, dove ogni donna è collegata alla precedente e alla successiva, simboleggiando la trasmissione delle conoscenze.


Sampierana Progetto Donne

Gli obiettivi del progetto mirano a far risaltare le conoscenze e le esperienze trasmette tra le donne e ad evidenziare il loro ruolo e l’importanza nel settore meccanico.

Alla base di tutto resta il desiderio e la volontà di creare un senso di comunità tra le donne che lavorano in azienda.

Sala metrologica e Laboratorio Fisico: i nuovi spazi della sede di San Piero

Da pochi mesi la nostra sede di San Piero in Bagno ha ampliato i suoi spazi grazie alla realizzazione della Sala di misurazioni metrologiche e del Laboratorio Fisico. L’obiettivo è quello di migliorare costantemente il lavoro quotidiano e di farlo anche in un ambiente “su misura”.

Questo spazio, insieme al Laboratorio, saranno di supporto per garantire la massima precisione e affidabilità delle nostre macchine movimento terra.

Come e perché è nata l’idea della sala metrologica?

Tra le motivazioni che ci hanno spinti a dare vita alla sala di misurazioni metrologiche c’è la ricerca di miglioramento continuo, innovazione tecnologica e sostenibilità, in linea con i principi del “Breaking New Ground” di CNH Industrial.

Tra gli obiettivi che ci siamo proposti:

  1. Precisione e Affidabilità: garantire che tutte le misurazioni e le analisi siano effettuate con la massima precisione, utilizzando attrezzature e metodologie conformi agli standard internazionali. Verificare che i nostri sistemi di misura, comprese le attrezzature di assemblaggi, siano affidabili e riferibili.
  2. Qualità e Miglioramento Continuo: assicurare un costante miglioramento dei processi di misurazione e analisi, basandosi su feedback, revisione delle performance e innovazione.
  3. Controlli metrologici o di laboratorio: effettuare controlli rigorosi, ove richiesti, in accettazione arrivi, di benestare alle forniture di materiali diretti nonché supporto alle diagnosi sui materiali impiegati dalle nostre macchine e questo sia a scopo preventivo che reattivo, tutto nel rispetto della ISO9001:2025.
  4. Sostenibilità: adottare pratiche sostenibili che minimizzino l’impatto ambientale delle operazioni di laboratorio e della sala di misurazione.
Sala Metrologica attrezzature

L’introduzione della sala metrologica risponde, oltre che ad obiettivi specifici, anche ad una serie di strategie di qualità.

  • Gestione delle risorse: facendo riferimento ad uno spazio apposito assicuriamo che tutte le risorse, incluse le attrezzature di misurazione e i dispositivi di laboratorio, siano disponibili, mantenute e calibrate regolarmente. D’altra parte, ci impegniamo a garantire che il personale abbia le competenze necessarie attraverso una formazione continua.
  • Controllo e Monitoraggio: Implementare sistemi di controllo e monitoraggio per valutare e migliorare costantemente le prestazioni delle misurazioni e delle analisi. Utilizzare strumenti di misurazione calibrati o verificati secondo standard internazionali.
  • Ambiente di Lavoro: Creare e mantenere un ambiente di lavoro adeguato a operazioni precise e affidabili, includendo controllo della temperatura, umidità e pulizia.
  • Collaborazione e Comunicazione: Favorire un ambiente di lavoro collaborativo dove la comunicazione efficace e il lavoro di squadra siano incentivati e valorizzati.
Sala Metrologica attrezzature qualità

L’impegno della Direzione Sampierana è quello di fornire le risorse necessarie per supportare il miglioramento continuo e promuovere un ambiente di lavoro orientato alla qualità. Nei prossimi mesi verrà ufficializzata l’apertura della sala metrologica, un’occasione per inaugurare insieme il risultato di questo lavoro di squadra.

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Piernicolò e il mondo dei Ricambi

Siamo un’azienda nell’azienda, credo sia corretto definirci una sorta di pronto soccorso, a disposizione dei concessionari che ci contattano.

L’edificio della sala mensa nasconde anche una parte di uffici a marchio Sampierana, forse quelli dove si è soliti sbirciare meno o che a volte è più semplice dimenticare. Proprio dietro una di quelle porte, però, ci sono altri volti, altre storie e altre mani all’opera, quelle dei Ricambi a marchio Sampierana.

Oggi diamo spazio a loro e a un nome in particolare, quello di Piernicolò che lavora in Sampierana dal 2019.

Dalla Sicilia a San Piero. Com’è iniziata la tua avventura in Sampierana?

La mia avventura in Sampierana è iniziata il 22 Maggio 2019. Dapprima sono partito come operaio in modo inaspettato, grazie a un incontro nel mio istituto scolastico con i fondatori di Sampierana che erano in visita per selezionare del nuovo personale. Dopo i colloqui in presenza, che furono positivi, sono stato contattato. Inizialmente ero titubante perché avevo scelto Lettere all’Università, ma quando è arrivata la chiamata ho deciso di partire.

Una volta entrato nel mondo azienda mi sono appassionato giorno dopo giorno a Sampierana, ai prodotti e anche alle persone. Nel team ricambi lavoro dal 26 Settembre 2022.

Raccontaci qualche dettaglio in più sul team ricambi. Durante il processo di acquisto o di semplice richiesta da parte del cliente, quando entra in gioco il vostro team?

Negli anni su iniziativa degli addetti ai lavori è stato sviluppato un portale ricambi, perché la gestione telefonica o via mail d’inserimento ordine è diventata obsoleta (una volta chi prendeva gli ordini al telefono ne organizzava tutte le fasi: acquisto, gestione, imballo, spedizione) sia a livello “pratico” che documentale/gestionale.

Lo sviluppo del portale ricambi è avvenuto dopo un grande lavoro coordinato con alcuni colleghi dell’ufficio tecnico e l’ufficio IT. Ad oggi il portale ricambi è una realtà collaudata e in continua innovazione.

Il nostro team, composto sia da personale operaio che amministrativo, segue tutte le fasi come se fosse una microazienda: acquisto, gestione del magazzino, gestione ordini/giacenze, spedizione e bolla in quasi completa autonomia.

Quando il cliente effettua un ordine viene prima supervisionato ed autorizzato da noi, dopodiché il nostro magazziniere può visionarlo sul palmare e gestirlo seguendo le ubicazioni e le giacenze fino all’imballaggio.

Il team gestisce in media oltre 15.000 spedizioni all’anno tra vendite e garanzie. Questo per noi si traduce con un servizio indispensabile per oltre 300 dealer in tutto il mondo Eurocomach, che normalmente riescono ad essere serviti in 24/48 ore dalla conferma d’ordine.

La rapidità di servizio vale anche per tutto il mercato CNH, strettamente legato al nostro magazzino per gli approvvigionamenti dei loro magazzini di stockaggio a Modena e non di rado spedizioni negli USA.

In questi ultimi mesi avete avuto un calo di richieste?

No, quando c’è un calo di vendite delle macchine i ricambi diventano ancora più indispensabili di quanto non lo siano già. Siamo un’azienda nell’azienda, credo sia corretto definirci una sorta di pronto soccorso, a disposizione dei concessionari che ci contattano.

Quante persone lavorano nel vostro team?

In totale siamo cinque, ci sono, Alessandro, che gestisce tutti gli ordini che arrivano dal web, Nicola, che gestisce gli acquisti, mentre io seguo tutto ciò che riguarda il supporto al cliente, quindi principalmente le vendite. Insieme a noi c’è Letizia, che fornisce supporto ad Alessandro e segue le complesse dinamiche CNH.

Poi ci sono i nostri magazzinieri: Matteo, Arianna, Edgar, Antonio, Francesca e Luca (che fa da spola tra noi e il reparto Attachments).

Piernicolò_Sampierana

Avete dei KPI come team, come viene misurato il vostro lavoro?

Non proprio, il nostro lavoro è tutto basato sul qui ed ora, ci muoviamo sulla base delle richieste quotidiane.

Fate anche consulenza al cliente quando richiede un ricambio?

Normalmente il cliente riesce ad eseguire l’ordine in autonomi,a ma la mia figura è anche improntata a questo.

Come avviene il contatto tra voi e il cliente che necessita di un ricambio? Se, ad esempio, c’è un problema sul portale, chi fornisce supporto?

Per qualunque necessità legata alla vendita, resto io il riferimento per i nostri dealer in tutto il mondo. Al momento non c’è il mio contatto diretto sul portale, ma sai che adesso che ci penso non è una cattiva idea? Ad oggi chiamano il centralino o mandano una mail ad infosampierana@cnh.com e poi passano il mio contatto o mi viene inoltrata immediatamente.

Quindi collaborate molto anche con il team After Sales?

Assolutamente! Noi gestiamo tutte le loro spedizioni, la collaborazione è di assoluta sinergia. Come diceva Henry FordLa prima vettura la vende il reparto commerciale, le altre le “vende” l’assistenza”. Non voglio sminuire il lavoro dei nostri commerciali, ma semplicemente valorizzare il nostro, sia chiaro!

Ci hai raccontato che ti eri iscritto alla facoltà di Lettere, ma una volta entrato nel mondo Sampierana sei riuscito a formarti e a trovare la tua strada. Quali sono le competenze per chi vuole approcciarsi al settore ricambi?

L’ideale sarebbe conoscere già le macchine, o perlomeno averne un’idea generica parlando strettamente della mia mansione. Riguardo alla nostra squadra invece, abbiamo dimostrato che le competenze necessarie sono molteplici ed ognuno di noi può dare il suo contributo pur non avendo competenze pregresse, l’importante è essere flessibili, dinamici e predisposti al lavoro di squadra.

Salutiamo Piernicolò con la promessa di tornare più spesso a bussare alla porta del team ricambi, alle volte basta qualche passo in più per accorciare le distanze “fisiche” da un ufficio all’altro.

Dal progetto al design, ecco come nascono le macchine Eurocomach. La voce di Luca

Gli escavatori Eurocomach colpiscono l’attenzione dei nostri clienti oltre che per le capacità tecniche anche per design e forma.

I modelli 3D di Eurocomach permettono di avere una prima idea della macchina che verrà presentata al cliente e sono tra i materiali più richiesti proprio dai nostri concessionari.

Luca, progettista designer, è la mano che dà vita ai nostri 3D, quelli a marchio Eurocomach e quelli personalizzati richiesti dai nostri clienti.

Lo abbiamo intervistato per conoscere più da vicino il suo lavoro e come nasce una macchina Eurocomach partendo dal progetto di design.

Quando inizia la tua avventura in Sampierana?

Ho iniziato a lavorare per Sampierana in uno studio esterno nel 2012. All’inizio mi occupavo di disegno 2D ed eravamo fornitori dell’azienda per le realizzazioni della parte design.

Nel 2014 poi sono stato assunto in Sampierana e ho iniziato a lavorare qui con il supporto di Massimo Barchi, che è il nostro riferimento come capo design e responsabile della stesura dei bozzetti a mano libera. Ricevevo le bozze a matita e le trasformavo in realtà attraverso il 2D.

Da quando sono qui non ho sempre fatto il design delle macchine, ma ho avuto comunque mansioni legate alle dinamiche di ricerca e progettazione.

Attualmente quanti siete ad occuparvi del design delle macchine?

Di questo aspetto, ad oggi, me ne occupo solo io.

Come si svolge il tuo lavoro?

Faccio un esempio pratico. I commerciali scelgono un modello da rilanciare, che sia più performante rispetto al passato: ad esempio rispetto ad un vecchio modello il nuovo potrà essere fornito di ventilazione per l’interno cabina, aria condizionata, un braccio triplice specifico, modifica alle bocchette che sparano poca aria. Il tutto si sviluppa anche sulla base delle richieste dei clienti.

Tutte queste richieste vengono passate a me, o meglio al mio responsabile, Fusai, e da lì iniziano una serie di studi di massima. Cerco di capire insieme ai colleghi come rendere reali e concrete queste caratteristiche.

In questo lavoro ci dividiamo i compiti per finalizzare il progetto.

Oltre alle competenze di design hai anche competenze ingegneristiche?

Io no, vengo da un istituto professionale dove ho imparato il 2D. L’esperienza in studio esterno mi ha aiutato però a costruirmi una solida esperienza anche su più fronti. Proprio perché il mio ruolo è più legato al disegno, questo viene comunque passato poi a uno dei nostri con competenze ingegneristiche per intersecarle con le esigenze di design.

Da quando c’è CNH hai l’impressione di aver imparato qualcosa di nuovo?

Ho notato che da quando siamo entrati a far parte del gruppo abbiamo dato spazio e attenzione anche alla gestione dei componenti, a rendere le carpenterie più semplici possibili.

Una volta che hai realizzato il modello della macchina in formato tridimensionale inizia la produzione del modello?

No, iniziano i prototipi. Quando abbiamo finito di progettare tutta la macchina andiamo sui prototipi per capire se ci sono problemi, se dobbiamo aggiornare il modello 3D. Otto nove macchine vengono montate in linea per capire se lato produzione funziona e poi fatte quelle si avvia la produzione in serie.

Nel mio ruolo vado poco nei prototipi, perché lì c’è un’assistenza fissa con una persona dedicata che lavora accanto agli operai e spiega loro i vari dettagli.

Prima di fare i prototipi faccio i rendering e disegno anche gli adesivi per il reparto Eurocomach.

Nella tua posizione hai modo di relazionarti anche con altri uffici?

La scala che segue i miei lavori parte dai commerciali e corrisponde a commerciale, capo progetto e design. Quindi mi interfaccio più che altro con commerciali e acquisitori e, spesso, con i ricambi per i componenti opzionali.

Prossimi obiettivi?

Come prossimo step mi piacerebbe progettare anche i wheel loader.

Angelica Sampierana attachments

Angelica: voci e testimonianze da Sampierana attachments

Quando è iniziato il tuo percorso in Sampierana?

Sono entrata in azienda nel 2021 e per sei mesi ho lavorato in reception, accogliendo i clienti e fornendo supporto per varie richieste.

A Dicembre 2021 Mattia, il mio attuale responsabile, mi ha chiesto se ero interessata ad occuparmi nello specifico del settore attachments. Un’opportunità che ho colto subito con entusiasmo e voglia di mettermi in gioco.

Com’è stato il cambiamento? Ti sei trovata in difficoltà all’inizio?

Ho avuto la possibilità di iniziare in maniera molto soft. Da Aprile 2022 sono diventata una figura fissa sugli attachments, inizialmente con mansione di backoffice e poi sul ruolo commerciale.

Quando il precedente responsabile commerciale delle attrezzature ha dato le dimissioni, io e Paola, la mia collega, abbiamo preso in mano le redini di questa parte di attività. Io per l’Italia, lei per la Spagna.

Da Ottobre 2023 ho iniziato a fare visite ai clienti e a conoscerli di persona.

Sei riuscita a formarti in autonomia sulle attrezzature delle macchine del movimento terra?

Ho costruito piano piano le nuove conoscenze delle attrezzature. Quello del reparto attrezzature è stato sempre un backoffice misto, il mercato inglese e tedesco lo seguiva Paola.

Studiavo anche a casa per essere autonoma. Non ero tenuta ad avere le conoscenze tecniche quando è andato via il vecchio commerciale, ma ho avuto la fortuna e anche la volontà di appassionarmi al settore. Quando studi una cosa che ti piace e ti interessa succede.

Alcuni clienti avevo avuto modo di conoscerli già in reception e si era instaurato un rapporto umano. Il primo contatto con loro è nato in quel contesto e mi è servito molto per esercitarmi con pazienza e assertività verso il cliente.

Angelica Sampierana attachments

Anche in questo caso, come per gli altri colleghi, una domanda sorge spontanea e necessaria: hai avvertito difficoltà nel farti accettare o nel conquistare credibilità in un settore ancora prettamente maschile?

Quando sono passata agli attachments e sono diventata, come altri colleghi, un punto di contatto importante non è stato semplice, però piano piano li ho conquistati. Ci vuole tempo anche per questo tipo di cambiamenti. Adesso c’è un bel rapporto di fiducia con i miei clienti e con i colleghi.

Gli studi universitari sono stati importanti in questo percorso lavorativo?

Ho studiato lingue e traduzione, un ramo della Facoltà di lingue per la comunicazione aziendale. Non mi sento troppo lontana da quello che ho studiato, soprattutto da quando è arrivata CNH.

Durante gli anni dell’Università ho studiato in Spagna e ho lavorato sei mesi in Inghilterra, mi sono trattenuta lì qualche mese. Lavoravo per un’agenzia per diverse compagnie aeree e mi occupavo di fare controlli preassunzione per tutto il personale di volo. Traducevo i loro contratti, parlavo al telefono con loro. Il lavoro in Inghilterra è stato un tassello per arrivare fino a qui.

Spagna, Inghilterra e poi di nuovo la Romagna e non un luogo qualsiasi, ma quello dove sei nata. Cosa ha significato per te tornare qui?

Dal mio paese si viaggia più verso la città che non verso la collina. Sono rientrata per mia scelta, anche quando sono partita sapevo che, a un certo punto, sarei tornata qui. A livello personale mi sono costruita la rete di amicizie con i colleghi, a livello lavorativo mi sento gratificata e ho un lavoro che mi permette di girare in tutta Italia. In Inghilterra mi avevano chiesto di restare, però ero sicura di voler rientrare.

Qual è uno degli aspetti difficili del tuo lavoro?

La possibilità di sbagliare se non sei preparato tecnicamente. Il mondo delle attrezzature è molto ampio e soprattutto noi siamo molto dinamici, rivalutiamo spesso i nostri fornitori e anche le tipologie di attrezzature, quindi, è importante essere sempre sul pezzo.

Angelica back office Sampierana

A breve per te inizierà anche un’altra avventura, quella della maternità. Nella realtà di Sampierana, però, è abbastanza comune imbattersi nei pancioni femminili tra i corridoi. Come hai vissuto questo cambiamento in rapporto al tuo lavoro?

Quando ho scoperto di essere incinta avevo timore di mostrare il pancione. Invece i miei clienti per primi mi hanno sorpresa: mi chiedono come va la gravidanza, come sto e poi sono stata supportata dai colleghi e dal mio manager che ha combattuto ogni giorno per permettermi di continuare a fare il lavoro che amo senza intoppi o perplessità.

Cosa suggeriresti a chi vuole inserirsi nel settore?

Di mantenere viva la curiosità, perché in questo settore è la spinta che ti porta ad imparare. Se sei curioso impari e se impari ti diverti.

Milaydis Eurocomach

L’assistenza tecnica di Eurocomach: il percorso di crescita di Milaydis

Sul lungomare di Cannes c’è parecchio traffico, come accade spesso tra il 14 e il 25 Maggio quando si dà il via al Festival del Cinema. Tra le auto in coda, collegata da remoto, c’è Milaydis, in trasferta in Francia con il team After Sales di Eurocomach pronta a raccontarci il suo percorso lavorativo e di vita in azienda.

Milaydis Cabrera Eurocomach testimonials

Com’è iniziata l’esperienza in Sampierana?

Poco dopo il termine dei miei studi, a Giugno 2022, mentre lavoravo a San Marino. Il mio indirizzo di Laurea era Diritto, Tributo ed Economia e mi occupavo di finanza ed amministrazione in azienda. Quando ho ricevuto la chiamata per entrare in Sampierana ho pensato che fosse l’opportunità per tornare a casa, a San Piero. Inizialmente sono entrata in amministrazione, poi, dopo poco tempo, si sono aperte altre porte.

Ti riferisci alla possibilità di entrare a far parte del team After Sales?

Sì esatto. Gianni, responsabile del team After Sales, poco dopo il mio arrivo in azienda cercava personale in grado di parlare più lingue. Io per dodici anni avevo lavorato negli hotel romagnoli e avevo fatto pratica con il francese, l’inglese e le lingue dell’America Latina. Ho colto subito la possibilità e da lì se ne sono aperte altre: questo ruolo mi permette di viaggiare molto, anche all’estero, ed è uno degli aspetti che amo di più nel mio lavoro. Come la possibilità di imparare sempre qualcosa di nuovo.

Parliamo di questo. Cosa ti spinge ad appassionarti ogni giorno al lavoro tecnico dell’After Sales?

Ho sempre desiderato un lavoro dinamico e qui l’ho trovato. Non si tratta solo di viaggiare, ma anche di stare a contatto con i clienti. In amministrazione questo non accade, hai più che a fare con i numeri, mentre nel nostro team il contatto e il supporto per il cliente sono fondamentali.

La tua formazione però e anche le esperienze lavorative precedenti non erano legate al mondo degli escavatori. Come sei riuscita a costruire la tua formazione?

Grazie soprattutto a Gianni, il mio manager. Ho seguito corsi sui motori, in particolare Yanmar e Kubota che sono i nostri motori. Il mondo commerciale, quindi le funzioni delle macchine, le loro potenzialità in base alle esigenze del cliente, l’ho approfondito sul campo, seguendo gli altri del team e mettendo in pratica il tutto quando c’è il contatto diretto con il cliente. Per la conoscenza più tecnica delle macchine all’inizio ho fatto da autodidatta ed è stato importantissimo l’aiuto di Maria Laura, la prima di noi ad essere entrata nel team.

Qual è stata la parte più difficile di questa formazione continua?

Riuscire a trasportare queste conoscenze dall’italiano alle altre lingue, in particolare inglese, francese, spagnolo. Da poco sto seguendo anche il Nord Europa con Danimarca, Svezia e Polonia e per questo l’inglese è sempre la lingua di riferimento.

Il Team After Sales si occupa di assistenza tecnica, ma anche di formazione continua sui modelli Eurocomach con corsi rivolti ai concessionari. Sei coinvolta anche tu in questa formazione?

I corsi mi aiutano a migliorare proprio l’aspetto di cui parlavo prima, quello delle lingue. Al momento Nicolas si occupa di svolgere i training in lingua italiana qui nella sede di San Piero e io della traduzione real time degli stessi contenuti in francese. Per me è una palestra, sia per ampliare il vocabolario sia per conoscere sempre di più le componenti delle macchine, compresi i modelli recenti.

Milaydis Eurocomach

Il vostro è un team prevalentemente di donne. Avete mai avuto problemi a farvi ascoltare dai dealer?

Io personalmente no, non ho mai subito il fatto di essere donna in un settore tecnico come questo. L’importante è farsi valere e far valere le proprie competenze. Da otto mesi in aggiunta a questo sono stata eletta come Rappresentante Sindacale dei Lavoratori e come Rappresentante della Sicurezza dei lavoratori. L’esperienza in assistenza tecnica è stata fondamentale per imparare ad “ascoltare”.

Ultima domanda. Siete soprattutto donne nell’After Sales, in un settore tecnico, in un paese, San Piero in Bagno, di piccole dimensioni tra gli Appennini. Sembra un po’ un mondo a parte. Ci avete mai riflettuto?

Sì è vero, è un po’ un mondo a parte. Spesso ci troviamo a contatto con persone che girano il mondo dalla Svizzera a Las Vegas. Anche io voglio continuare a viaggiare grazie al mio lavoro e alla rete CNH di cui siamo entrati a far parte.

Però, confermo: è una bella realtà quella che abbiamo a San Piero e per mantenerla dobbiamo continuare a puntare sulla qualità dei nostri prodotti.