I capelli rossicci di Nicolò lasciano trasparire aria di novità negli uffici di San Piero con la formazione di un nuovo team guidato proprio da lui in qualità di Software Engineer.
Prima delle scorse settimane non ti avevo ancora incrociato nei corridoi di San Piero. Quando sei entrato in azienda?
Sono arrivato a Maggio, quindi non da moltissimo tempo.

Sei arrivato da poco quindi e con un ruolo completamente nuovo per l’azienda: è la prima volta che viene assunta la figura di un Software Engineer. Ci racconti cosa richiede nello specifico il tuo ruolo?
Il mio ruolo è trasversale nella realizzazione dei progetti delle macchine, seguo la parte elettronica (centraline, display, manipolatori, joystick) e la parte elettrica (connettere input-output, interruttori bobine che muovono l’olio). Sono la figura che coordina l’architettura per far muovere la macchina e anche la parte di visualizzazione; una nuova figura che supporta ogni progetto, sia per le macchine termiche che per quelle elettriche.
Possiamo dire che si tratta di un work in progress se pensiamo che nei primi modelli Eurocomach non c’è una reale componente elettronica.
Esatto. Piano piano questa componente sta diventando più presente, perché la parte elettronica può introdurre una logica per migliorare il prodotto; grazie all’ausilio di una centralina intelligente posso modificare il comportamento di un sistema. Se schiaccio un interruttore che è collegato direttamente ad una luce, lei si accende, ma se io metto tra l’interruttore e la lampada una centralina, posso decidere se accenderla o mantenerla spenta. L’obiettivo è leggere un input in ingresso per decidere cosa fargli fare all’uscita.
In questi termini ti sei occupato anche della nuova gamma 8-10 TON?
No, non ho seguito questa parte per ora, ma piano piano entrerò nel merito.
Qual è stato il primo progetto su cui hai lavorato?
Stabilizzare tutti i pacchetti software presenti per qualsiasi modello Eurocomach. Il primo vero progetto che ho seguito è stato il PR230 la gamma dei 3TON.
Ora stiamo lavorando sul modello elettrico dell’MTL e prossimamente ragioneremo anche sulla versione termica.
Quante persone collaborano con te?
Al momento solo Mattia, a breve, però, seguirò anche un progetto di ricerca con l’Università degli Studi di Bologna e nello specifico con la sede di Cesena insieme a una ragazza pakistana. Il progetto è legato agli escavatori elettrici e all’MTL elettrico per la gestione del power management.
Ci aggiorneremo a Settembre allora per questa parte. Raccontaci un po’ del tuo background, sei della zona, vieni da fuori?
Sono originario del Lago Maggiore e ho iniziato nel ramo elettronico quindici anni fa, nel 2010, come System Integrator. Sono stato a Modena, nella Motor Valley, per lavorare allo sviluppo software per un’azienda impegnata nella realizzazione di telehandler nel settore construction. Lì sono poi diventato responsabile per la parte Software e anche degli impianti elettrici.
Oggi mi sono trasferito a Santarcangelo di Romagna per supportare Sampierana. Al momento ci appoggiamo a dei fornitori esterni, ma la speranza, in futuro, è di poter essere autonomi e avere gli strumenti necessari per autogestirci.

Rispetto a questi obiettivi quando sei arrivato due mesi fa cosa hai trovato?
Ho trovato una gestione dei progetti ottima, ma c’era da migliorare qualcosa per la tracciabilità dei software e delle specifiche per ogni progetto.
Non avendo una figura di riferimento per la parte elettronica era necessario avere qualcuno che creasse dei template e delle procedure per rilasciare i software.
Per il momento siamo distribuiti un 20% su Cesena e 80% su San Piero. La parte di Cesena è fondamentale per la parte escavatori e macchine elettriche, ma qui a San Piero abbiamo la possibilità di testare con mano i prototipi e questo ci impegna a una presenza importante su questo sito.
Il team è destinato a crescere, allineandosi alle continue necessità che nascono.
Come ti è sembrato che gli altri reparti abbiano accolto l’ingresso di nuove figure in azienda?
L’impressione è stata positiva. Anche gli altri enti hanno visto con piacere questo ingresso, e con il supporto di CNH avremo la possibilità di migliorare quanto di buono era stato già fatto.
Se volessimo provare a quantificare il tempo davanti alla macchina e quello davanti al pc?
40% al pc e 60% sulla macchina, questo perché al momento abbiamo necessità di conoscerla, dobbiamo comprendere il tuning eseguito.
Essere sulla macchina è molto più performante e formativo.
Il progetto con l’Università è partito a luglio, presentando il team di supporto e il progetto delle varie fasi.
È già attivo un interscambio da remoto. Aspettiamo ora il suo arrivo a Cesena a Settembre.
Che cosa pensi possa accadere nei prossimi mesi guardando anche al futuro per l’azienda?
Sicuramente mi aspetto che ci sarà una crescita del team, così avremo di certo modo di migliorare il supporto ai vari enti ed iniziare a sviluppare software internamente.